di Daniele Casale - www.ilgiornale.it
Ad appena 17 anni giocava a fare il terrorista-rivoluzionario. Si faceva chiamare Ernesto, come Ernesto Che Guevara (mwahahahahaha), aveva ideato una sigla eversiva e rivendicava bombe e attentati nella sua città, Nuoro. Per un anno il giovane ha tenuto in scacco gli inquirenti e la Digos, finché qualche giorno fa gli agenti hanno bussato alla sua porta e lui ha confessato: «Mi sono inventato tutto per fare colpo sulle mie compagne di scuola» (un genio...è risaputo, alle ragazze piacciono i terroristi, eh sì... - n.d.P.G.). Ora «Ernesto» è indagato per associazione sovversiva dalla Procura dei minori di Sassari, ma almeno si è scoperto che dietro quella sigla, Cls (Comitato Liberazione Sardegna), che aveva messo la propria firma su diversi atti intimidatori nella cittadina negli ultimi anni, non c’è alcuna propaggine dei Nuclei proletari per il comunismo, attivi nell’isola dal 2002, né degli eredi delle Brigate rosse. A lui le forze dell’ordine sono arrivate dopo appostamenti, intercettazioni e mettendo assieme diversi indizi che proprio il giovane aveva diffuso in proclami spediti ai giornali locali, su internet e riferito agli amici. Agli agenti della Digos di Nuoro ha raccontato tutto per filo e per segno, dalla «nascita» della sigla (nel marzo 2005), passando per la rivendicazione al fallito attentato alla sede cittadina di Alleanza nazionale (marzo 2006), fino ai tanti volantini con frasi copiate nientemeno che dal Diario in Bolivia di Ernesto Che Guevara. «Il Cls in realtà non esiste – ha dichiarato il diciassettenne -, l’ho inventato per guadagnare simpatia e notorietà agli occhi delle mie compagne di classe. Non frequento nessun movimento politico e ho semplicemente emulato lo stile di altri comunicati per caso letti su internet e sui libri». Eppure, per diverso tempo è riuscito a concentrare su di sé l’attenzione degli inquirenti, che avevano ritenuto del tutto attendibili quei proclami. In un caso, addirittura, con un walkie-talkie di fortuna (quello di Topolino? ghghghgh) era riuscito a inserirsi nelle frequenze delle guardie giurate dell’ospedale San Francesco annunciando la presenza di un ordigno (poteva provare anche con il telefono senza fili... n.d.P.G.). Grazie a piccoli errori gli inquirenti lo hanno scoperto dopo che lui, sul sito Indymedia nell’agosto scorso, aveva annunciato la partecipazione del Cls a una manifestazione di indipendentisti che si sarebbe tenuta di lì a breve: «Porteremo una bandiera rossa con un pomello sull’asta». Quel giorno la Digos lo filmò assieme a un coetaneo con la bandiera e l’asta col pomello. Qualche settimana fa l’adolescente è stato scoperto e a quel punto ha raccontato, di fronte ai genitori allibiti, di aver architettato tutto per farsi bello di fronte alle ragazze (urca...dev'esser stato proprio brutto...oppure ha scambiato le ragazze per delle pecore... n.d.P.G.).
La confessione però non sembra escludere automaticamente le responsabilità del falso attentato attribuite a tre nuoresi arrestati dalla polizia, che si sono comunque sempre proclamati innocenti.
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