A conferma della mia antipatia per la francia (che scrivo sempre rigorosamente in minuscolo), come dico sempre, in francia persino la destra è sinistra, c'è il probabile vincitore delle elezioni, Sarkozy (sembra Jean Alesi :), di destra, ma trotzkista (per la storia: opposto al nazionalismo di Stalin ma sempre comunista) che parla di una destra gramsciana. Il fondatore del partito comunista italiano? E de "L'Unità"? No, grazie... Sarkozy dice di voler dare una frustata all'immigrazione... Ma proprio lui parla che è figlio di immigrati ungheresi? Questo personaggio ha delle contraddizioni rilevanti... insomma "nun ce piasce"... (comunque sempre molto meglio della Royal).
I candidati francesi di sinistra sono improponibili, l'africanista "Segolene Royal con formaggio" :) mi sembra una "bella" copia della Melandri ("bella" per modo di dire, visto che si è fatta lifting, denti nuovi e lenti colorate), però più attrice francese (comunque forse farà anche lei i festini billionaire in Africa da Briatore...smentendo poi tutto...ça va sans dire...). Ma pure quelli di destra sono..."ridicule": Le Pen, il vecchietto di estrema destra, apre agli ebrei, dopo che negli anni scorsi ne ha dette di tutti i colori?
Intanto, ancor prima delle elezioni, c'è la Rai (tv di Stato che paghiamo) che come al solito fa informazione di parte, e dedica spazio e tanto di speciali solo alla Royal, come fosse un santino, come se esistesse solo lei, e come se avesse già vinto, nonostante abbia ottenuto un 25% contro Sarkozy al 31%...
Per la sinistra madame Ségolène ha già vinto
Ha visto, caro Granzotto, che entusiasmo ha provocato nella sinistra italiana la presenza di Ségolène Royal nel ballottaggio del secondo turno delle elezioni presidenziali francesi? Festeggiano un dato assolutamente non definitivo e nemmeno entusiasmante - Sarkozy è in testa - come se fosse una seconda presa della Bastiglia (ghghgh). Cosa succederà se il 6 maggio la bella Ségolène venisse trombata? (ghghghgh) Darebbero la colpa a Berlusconi? (ghghghghgh sarebbe tipico...)
Non è escluso, anche perchè sussiste una forte affinità elettiva tra Madame Royal e i travaglisti, i demonizzatori nostrani. Se di qua dalle Alpi, Belzebù è il Cavaliere, di là e per la bella Ségolène il demonio è Sarkozy. Funziona così quando mancano le idee e la politica trascolora nel narcisismo (fisico o intellettuale, fa l'istess). Narcisismo col botto, ad esempio, è l'affannarsi di Prodi e dei suoi giulebbosi corifei per dimostrare che il neonato Partito democratico è già merce d'esportazione. "Ormai è chiaro - scriveva Wanda Marra dell'Unità - che il costituendo Pd ha a questo punto un modello da esportare". E Prodi in persona: "E' chiaro che una alleanza Bayrou-Royal sarebbe anche una scelta simile a quella italiana" (sì, peccato che gli elettori di Bayrou non siano di sinistra... n.d.P.G.). Michele Ciliberto, sempre sull'Unità: "Più di un intellettuale francese (due? Tre? Sessanta? ndr) (menti illuminate! n.d.P.G.) ha riconosciuto l'importanza e l'originalità dell'attuale esperienza italiana", ovvero della fondazione - sulla carta, per ora - del Partito democratico. Prodi è fatto così, crede di essere l'Armani della politica (ghghghgh) e di esportare il suo pensiero "Made in Italy" come il sarto piacentino il suo vestiario. Ricordate quando il nostro gagliardo testa quedra (ghghghghgh) andava vantandosi d'aver esportato l'Ulivo negli Stati Uniti (mwahahahahahaha l'olio d'ulivo? :) - n.d.P.G.) oltre che in francia e che lo stava esportando in Germania? Quando si vaneggiava che Bill Clinton fosse rimasto fulminato dalla intuizione del Tocqueville di Scandiano (Reggio Emilia) (ghghghghghgh)? Questo per quanto riguarda l'export. Poi c'è l'import. Senza nemmeno attendere il risultato finale del 6 maggio il milieu progressista invoca l'adozione del "modello Segò" (ghghghgh), ovvero la donna al potere. Perchè la donna può anche non avere cervello politico, ma risulterebbe più brava, più saggia, più equilibrata, più progressista, più attiva, più preparata, più colta, più dialogante del migliore degli uomini (a questo proposito, mi sorge il dubbio che la sinistra, la quale la bersagliò di contumelie, non ritenesse che Margaret Thatcher appartenesse al gentil sesso. Non che pensassero fosse un uomo - e perbacco, indossava la gonna! - ma piuttosto una specie di trans, come quelli che attendono i clienti Vip nella mezza luce della via Salaria a Roma) (ehehehehe). E se quel macho di D'Alema ha voluto approfittare dell'occasione per buttar là un'osservazione molto politicamente scorretta ("Come donna, Ségolène certamente ha avuto una marcia in più". Sembra di sentir parlare Lele Mora) (ghghghghgh), Angela Finocchiaro, di professione candidata, metteva fieno in cascina dichiarando: "La Royal conferma che c'è una potenzialità femminile che, se lasciata esprimere, può arrivare a competere anche in politica ai massimi livelli" (nota: "lasciata esprimere" sta a significare "se mi nominate segretaria del Partito democratico").
Paolo Granzotto (mitico) www.ilgiornale.it (26/4/07)