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Obama for the Nobel Physics Prize
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Obama lies, he was not born in the Usa. The Constitution says he can't be President.
«Obama mente, non è nato in America»
L’anno scorso il candidato repubblicano John McCain esaminò la questione e decise di ignorarla. Obama smentì esibendo un certificato dell’anagrafe di Honolulu. Le autorità delle Hawaii dichiararono che era tutto conforme alla legge. E la polemica si spense. Ma negli ultimi giorni è riemersa, prepotentemente. Dapprima sui blog dell’ala ultrapatriottica del Partito repubblicano; poi sulla Cnn, per iniziativa di uno dei conduttori più noti, Lou Dobbs, che l’ha rilanciata pubblicamente. Obama, ancora una volta, ha incaricato il suo portavoce di stroncare le insinuazioni: «Spazzatura, solo spazzatura», ha dichiarato Gibbs. Invano.
L’onda cresce, alimentata dai risultati di un’indagine commissionata da un funzionario della Cia in pensione a un investigatore privato, che ha trovato alcune incongruenze. La prima: Obama ha esibito la copia di un certificato di nascita, che però non è originale. È un semplice attestato tratto dal database dell’Ufficio anagrafe e stampato in tempi recenti. Il giornalista della Cnn e il popolo dei blog di destra chiedono invece che venga mostrato l’atto originale, che però può essere diffuso solo su autorizzazione del diretto interessato. E Obama fino ad oggi ha negato il permesso.
L’investigatore pensa di sapere perché. Ha scoperto che nel 1961 lo Stato delle Hawaii prevedeva ben quattro procedure diverse per la registrazione dei nuovi nati. La prima tradizionale, allegando l’attestato di un ospedale o di un pediatra o di un’ostetrica. La seconda con una semplice dichiarazione di uno o di entrambi i genitori. La terza prevedeva la compilazione di un «attestato ritardato» da parte del genitore entro il compimento del primo anno di età dell’infante. La quarta anche dopo i dodici mesi di età, esibendo un testimone. E se risultasse che la madre di Obama si avvalse di una delle ultime tre opzioni, i dubbi verrebbero rafforzati.
Secondo uno degli scenari che circolano su internet, Ann Dunham avrebbe partorito in Kenya e sarebbe rientrata a Honolulu solo quando il matrimonio con Barack senior andò a rotoli, dunque dopo qualche mese. E viene citata la nonna africana del presidente, che avrebbe assistito alla sua nascita, in Kenya.
Misteri o, più verosimilmente, veleni. La stragrande maggioranza dell’America crede a Obama. Ma ben due soldati si sono rifiutati di partire per l’Afghanistan, sostenendo di non poter rispettare il giuramento di fedeltà a presidente fuori legge. E a una riunione del Partito repubblicano una donna ha urlato: «Obama è un usurpatore, ridatemi il mio Paese». Su YouTube ha fatto furore.
L'Avana - Obama contro Bush. Un altro passettino verso il disgelo con i cubani. Il nuovo presidente americano ha ordinato di smatellare il tabellone anti-Castro a L'avana. Simbolo della discordia fra Washington e la Cuba di Fidel Castro, il tabellone luminoso che le autorità cubane non potevano toccare campeggiava dal 2006, per volere di George W. Bush, sopra la sezione d’interessi statunitense ben in vista dalla spiaggia della capitale cubana, facendo scorrere 24 ore su 24 slogan e notizie anti-castristi. Ora, segno della timida distensione fra Washington e l’Avana, il tabellone è stato spento e lo conferma il dipartimento di stato Usa. Spento a giugno Il portavoce del ministero degli esteri americano Ian Kelly, citato dai siti online di Cnn e Bbc, ha detto che il tabellone, simile a quello che campeggia su Times Square a New York, è stato spento in giugno perchè considerato non più efficace come strumento per far avere notizie ai cubani. Il tabellone faceva scorrere giganteschi caratteri rossi, alti un metro e mezzo, per tutta la lunghezza dell’edificio, con frasi celebri sulla libertà, quali "ho fatto un sogno che un giorno questa nazione sorgerà" di Martin Luther King, o "nessun uomo è così speciale da governare un altro uomo senza il consenso di quest’ultimo" di Abraham Lincoln, e così via. La marcia di Fidel Il tabellone aveva fatto infuriare Fidel, che fece marciare un milione di persone attorno alla sezione d’interessi americana e fece erigere, per coprirlo, un contro-tabellone anti-Usa e 138 grandi bandiere nere, quante le vittime cubane della "aggressione" americana contro l’isola. Le barriere erette da Cuba avevano in qualche modo avuto effetto, perché fino a oggi nessuno si era accorto che il tabellone era stato spento il mese scorso. Obama switched off the anti-Castro news in Cuba, that had Martin Luther King quotes as well, it was Bush putting them there. Obama is losing the high percentage of people with him.
Obama spegne il tabellone di news contro il regime di Fidel Castro
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Dalla lotta contro le lobby alla chiusura di Guantanamo, Obama ha conquistato il paese a suon di promesse. Due mesi dopo, ecco che fine hanno fatto tutti i suoi “Yes, we can”
Barack Obama era stato chiaro durante la campagna elettorale. La sua amministrazione non avrebbe avuto lobbisti e avrebbe fissato regole rigide contro qualsiasi commistione fra politica e mondo degli affari, fra i corridoi della Casa Bianca e i cosiddetti special interest. Slogan buoni per scaldare le folle nel cuore dell’America che vedono in Washington (democratici o conservatori non fa differenza) una fabbrica dello spreco e della corruzione legalizzata.
Come primo atto da presidente Obama ha messo nero su bianco le sue promesse. Le ha tradotte in una direttiva che fissa regole etiche: nessun lobbista farà parte dell’amministrazione in quei settori per i quali negli ultimi anni hanno prestato servigi alle corporation; e nessuno, una volta uscito dall’amministrazione, potrà trovarsi un ufficio a K-Street (la strada dei lobbisti nel cuore della capitale americana) per il resto della durata della presidenza Obama. Poi, però, nel giro di pochi giorni dallo Studio Ovale sono arrivate le prime “waivers”, esenzioni. Obama ne ha rilasciate ben 17. Diciassette funzionari di nomina politica sono stati chiamati a far parte dell’amministrazione pur non avendo i requisiti “etici” del credo obamiano. La nomina di William Lynn a numero due del Pentagono ha scatenato un putiferio (poi rientrato). Lynn, infatti, è la quintessenza del lobbista. Ha lavorato al Pentagono dal 1997 al 2001 aiutando la Difesa a ridurre le spese non documentate (fuori bilancio), poi è stato lobbista per la Raytheon, azienda fornitrice dei militari Usa, fino al 2008. Per lui Obama ha usato un escamotage geniale: «È l’unico che può occupare quel posto». Lynn, insomma, è il prototipo perfetto per il posto di numero due: è stato dentro la macchina e l’ha oliata bene anche da fuori.
La scelta di Lynn è stata approvata dal Senato con 93 voti a favore e 4 contrari. Numeri che la dicono lunga su quanto business e politica vadano a braccetto, indipendentemente dall’inquilino della Casa Bianca. Vero è che le regole di trasparenza fissate da Obama sono le più severe mai viste a Washington, ma restare testardamente attaccato alla lettera di queste norme sarebbe stato per il capo della Casa Bianca praticamente impossibile. Come è impossibile che tutte le promesse elettorali possano realizzarsi. Non parliamo delle grandi strategie geopolitiche o economiche, che dipendono solo in parte dalla volontà del presidente, ma di tutta una serie di decisioni che a soli due mesi dall’inizio del mandato rientrano già sotto la voce “promesse infrante”.
Più tasse per tutti
«Come presidente non firmerò nessun atto (eccezion fatta per quelli di emergenza) senza dare agli americani l’opportunità di valutarlo e commentarlo sul sito della Casa Bianca per cinque giorni», c’era scritto sul sito web della campagna di Obama. Peccato che il Lily Ledbetter Bill (la legge sull’equità di salario fra uomini e donne), il pacchetto di stimolo all’economia e l’Insurance Program Reauthorization Act of 2009 (nel quale è contenuta l’estensione della copertura medica a 10 milioni di bambini), siano diventati legge ben prima dei cinque giorni promessi. Piccolezza forse. Come l’incremento dell’accisa sulle sigarette. Obama aveva promesso che non avrebbe alzato le tasse per i ceti meno abbienti. Ma l’aumento di oltre il 50 per cento delle tasse su tabacco, sigari e sigarette colpisce proprio le fasce più povere. E, sempre in materia di tasse, il nuovo budget contiene un aumento del 45 per cento della pressione fiscale per l’energia. Costeranno di più da fine 2009 le bollette elettriche, la benzina e in genere tutti i manufatti.
Motivo di imbarazzo per il presidente sono gli earmarks, i soldi destinati a progetti di interesse locale (talvolta dubbio) da senatori e deputati dei vari distretti. Obama aveva definito «rotto il procedimento legislativo che consentiva l’introduzione degli earmarks». Eppure l’11 marzo ha firmato il cosiddetto Omnibus Appropriations Bill, una legge di spesa del valore di 410 miliardi di dollari che contiene ben 8.750 earmarks, pari a 7,7 miliardi di dollari. Il paravento dietro il quale la presidenza cela la contraddizione fra promesse e realtà è che l’Omnibus Appropriations Bill è l’ultimo atto del precedente governo: si cambierà strada in seguito.
Impossibile liberarsi di Bush
Lo iato fra intenzioni e fatti è evidente anche nelle questioni di sicurezza. Uno dei primi provvedimenti di Obama ha riguardato Guantanamo. Il presidente avrebbe voluto chiudere il supercarcere a Cuba entro cento giorni. Ma i suoi consiglieri, dopo aver verificato tutta una serie di intrecci, si sono limitati a suggerire di fissare «entro un anno» la fine dell’esperienza e intanto di chiedere (non potendo ordinare) la sospensione dei processi fino a maggio, in attesa di rivedere le posizioni dei detenuti ancora custoditi. Sulle extraordinary renditions, i rapimenti dei sospetti terroristi e il loro trasferimento in prigioni segrete della Cia fuori dai confini Usa, Obama si è dovuto misurare con una realtà che va ben oltre l’eredità di Bush. Fu infatti Clinton, spinto da Al Gore, a creare il sistema delle prigioni segrete per motivi di sicurezza nazionale. Obama, che pure ha firmato un executive order per chiuderle, ha però concesso alla Cia l’autorità di continuare con le renditions in caso di necessità. L’impressione, suffragata da molti commentatori, è che gli strumenti per la lotta antiterrorismo di Bush non potranno essere scaricati alla leggera. E molte promesse di Obama in questo senso (dal no alle intercettazioni, al ripristino ovunque dell’habeas corpus) non potranno essere mantenute in toto.
Così come finora Obama ha fallito nel costruire uno “spirito bipartisan”. I repubblicani gli hanno voltato le spalle sul pacchetto di stimoli per l’economia, considerato «espressione del Big Government». Così al presidente non è restato che mettersi a navigare da solo. Ha impiegato “appena” cinquanta giorni a capire che il Congresso non avrebbe dato luce verde al finanziamento federale della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Così il 9 marzo il presidente ha cancellato – questo sì come promesso – il decreto di Bush dell’agosto 2001. Un tratto di penna per mantenere una promessa e sconfessarne un’altra: lavorerò con l’opposizione.
Alberto Simoni www.tempi.it
Di boiate ne abbiamo sentite fin troppe in questi giorni. Dev'essere il Carnevale in arrivo.
Non voteremo mai in vita nostra qualsiasi dio-politico scienziatone cervellone ateo pro-morte di qualsiasi persona. Ovvero l'ufficio sinistri fantozziano, gli sfigati. Chissà che gioia proveranno.
La sinistra non era contro la pena di morte? Sì, contrari quanto i francesi con la ghigliottina della Rivoluzione francese.
Benigni fa sempre i suoi discorsoni teorico-patetici pro-vita, l'amore e le vacche e poi quando c'è un caso concreto come quello di Eluana diventa pro-morte? Pagliaccio!
Il maschilista sinistro Oliviero Toscani, interista, quello che fa i "poster ad effetto", e i poster dell'Inter, ha detto che gli stupri sono colpa delle donne, che si vestono troppo sexy. Eh certo, invece non è neanche da considerare che quei rom, marocchini, anche italiani, ecc. sono degli animali, che tra l'altro stuprano anche le vecchiette di 80 anni, vestite molto sexy eh! Chi può resistere ai mutandoni della nonna? Ce li ha pure Bridget Jones! Difficile trovare in giro uno più imbecille di Toscani.
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Da oltre un mese mi viene fuori un messaggio sul computer fisso, "il software in uso potrebbe essere contraffatto"... facendo tutte le prove "di autenticità" sul sito Microsoft di merda, non si risolve... sarà un problema dovuto a qualche programma, ma ne ho approfittato per segnalare tutti i negozianti dove ho comprato i computer da sempre, che sono tutti dei disonesti (ad altri clienti non danno antivirus o altre cose), perchè non danno mai i cd originali del sistema operativo, e pure capita che ti vendono i computer in funzione sugli scaffali non si sa da quanto tempo (poi te credo che hanno sempre qualche problema).
La storia del "software non originale" (eh certo, per due anni è originale, poi improvvisamente diventa non originale), dà problemi pure con Windows Defender...non funziona più.
Il risultato è che non potrò nè voglio scaricare più gli aggiornamenti di Windows Update per il computer. Non reinstallo il sistema operativo con ovvia perdita di dati o comunque un danno per il computer, per colpa dei loro aggiornamenti di merda che non funzionano, che il più delle volte sono completamente inutili e occupano un sacco di spazio e danno problemi. Di certo non ha giovato il fatto che è andata via la luce spesso in tutto il quartiere, ringrazio sempre gli ambientalisti e il "no al nucleare"...troppo intelligenti.
Quando si compra un computer, nelle "regole" della Microsoft, ovvero tutta quella papparedella di roba che nessuno legge, c'è scritto in pratica che loro ti PRESTANO il computer che hai COMPRATO...con soldi. Una roba davvero comunista. Se io compro una cosa dovrebbe essere MIA. PROPRIETA' PRIVATA. I SOLDI NON LI VADO A RUBARE. Perchè, secondo loro, tu non potresti usare un computer senza il loro sistema operativo. Balle, falsoni, perchè ad esempio uno può mettersi su Linux, ma praticamente nessun negozio o quasi vende un computer senza sistema operativo Microsoft. Gente del genere non può che collaborare con il Corriere della Sega, ops, Sera. Se non fosse che costruisco web e che Windows lo usano la maggioranza delle persone e quindi costa meno di Apple, sarei già passato al Mac, cosa che non farò presto ma che dovrei fare assolutamente.
Sono in contatto con la Microsoft Italia per risolvere i miei problemi del computer (sì, magari li risolvessero), e la persona che mi risponde, in lingua italiana, si firma tale Karim Ahmed Mohamed Ayoub... indipendentemente da che sia vero o no, c'è da preoccuparsi. Dopo anche quello che è successo in Duomo...non so se la gente si rende conto di quanto sia stato grave...una marea di arabi che occupano lo spazio davanti a un'enorme chiesa cristiana per pregare Allah... "merito" del cardinale di Milano, Tettamanzi...nome che suggerisce quale avrebbe dovuto essere il suo lavoro: pascolare coi manzi, mungere le tette delle mucche. Dai dai facciano i buoni, i tolleranti, quelli che trattano coi terroristi...
Anche se quel nome non fosse vero, quelli della Microsoft-Corriere della Sega con quel nome avranno voluto contribuire all' "integrazione"...wow...
Ho ri-ri-telefonato alla Microsoft, mi ha risposto una teruna ghghgh che mi ha detto che "il problema è noto a loro" e bisogna reinstallare tutto il sistema operativo... Quindi è un problema diffuso, che capita prima o poi a tanti, perchè questo preciso problema della verifica del sistema operativo l'hanno messo addirittura nei tasti di scelta del messaggio automatico a inizio telefonata...
Non so come faccio a essere sempre gentile con un sacco di deficienti...
Per reinstallare il sistema operativo, è decisamente preferibile salvare tutti i dati su dischi o altro... quindi perdita di tempo e soldi. E secondo me, checchè ne dica la teruna, c'è almeno un minimo danno che si fa al computer, non è che ogni giorno si reinstalla il sistema operativo eh... Potevano risolvere in qualche modo il problema, invece, essendo Microsoft, no.
Dovevate sentire il primo "operatore" della Microsoft al telefono... tra virgolette anche questo, non solo perchè il suo operare si fa per dire, "ma anche" perchè forse era un'operatrice, aveva una voce neutra dal sesso indefinibile... Mi ha detto di cliccare (attenzione eh) con il tasto destro sulla finestra di errore che viene fuori, e secondo lui, lei, sarebbe venuta fuori addirittura una tendina di scelta con pure le proprietà, in cui si sarebbe visto addirittura il codice del mio sistema operativo! Sì, anche il codice fiscale!
Questa, signori, è la Microsoft.
Nella realtà invece cliccando col tasto destro non viene fuori manco una cosa.
Avreste dovuto vedere il rapportino che ho fatto della "assistenza" "tecnica" della Microsoft (tutti paroloni troppo grossi per loro, quindi tra virgolette), pessima sotto ogni punto di vista, li ho presi per il culo scrivendo più o meno così: "c'era qualcosa in più che potevate fare: per esempio l'unica cosa da fare: risolvere il problema". Non messaggi automatici come Facebook.
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Vi segnalo come "funziona" un "lavoro" che avevo "trovato", tutto tra virgolette perchè è finto.
La "Forever Living" (prodotti di aloe americani, con sede italiana a Roma) per lavorarci diventando "agente" (vendere in giro i loro prodotti), ti fanno acquistare all'inizio il "grande pacco" (in tutti i sensi) dei loro prodotti, circa 1 milione di vecchie lire. E poi quasi tutti quelli che ci cascano, abbandonano subito il "lavoro", perchè chi è che compra quella roba?
Risultato: pochissimi "entrano" e quasi tutti quelli che provano rimangono senza lavoro e con 1 milione di lire in meno, spesso gente già con pochi soldi.
E' il classico lavoro-truffa, chissà quanta gente è stata obbligata a comprare. Di solito un vero lavoro non funziona così, come dicono sempre a Striscia NON BISOGNA PAGARE PER AVERE UN LAVORO. E' chiaro come questa gente si arricchisca. Ti illudono, in maniera subdola, di aver trovato un lavoro con cui puoi guadagnare tanto (fanno vedere Ferrari, viaggi, ecc.), e invece ci perdi, e molto.
Se vi capitano persone che vi propongono lavori simili, segnalate i truffatori a Striscia la Notizia e a Valerio Staffelli:
gabibbo@mediaset.it
valerio.staffelli@quotidiano.net
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che American idiot...manco sa parlare, qualità n.1 per un politico, un presidente d'America addirittura.
Ma la famiglia Obama è presa dal film Il pianeta delle scimmie? Uguali... Un roba patetica degna dei politici sinistri nostrani, oh la prima volta che i due piccioncini da giovani sono usciti sono andati a vedere (guarda caso) un film dell'abbonato all'Inter allo stadio Spike Lee... tutto costruito ad arte... che storia commovente... Secondo i razzisti Obama cambia il mondo "perchè è nero"... Ovviamente è subito spuntato fuori Uolter Veltroni a farci il discorsone strappalacrime sul "mondo che cambia"...sì, in peggio.
Due pagine di Facebook contro Obama: America Against Obama
Stop Barack Obama (One Million Strong and Growing)
E su Veltroni ce n'è una marea, ad esempio:
Dite a Veltroni che le elezioni le ha vinte Obama e non lui!!
Quelli che... che cazzo c'entra Veltroni con Obama!
VELTRONI, OBAMA MANCO TE CONOSCE
Mandare a 'quel paese' Veltroni??YES,WE CAN
Tra l'altro, i sinistri sono contro la pena di morte...tranne per chi la pensa diversamente?
Ma quindi, se secondo Facebook:
comunismo+stupri+mafia+
e invece:
Duce+Inghilterra+Milan+Kate Moss+gnocche+gente che non ha fatto male a nessuno = nun sepoffà
le cose legate dal +, sono collegate in qualche modo?
La cosa allucinante di Facebook è che spesso cancellino i profili delle persone, tutto per motivi (assenti) assurdi ("problemi tecnici", "troppi contatti", stronzate varie), e lasciano invece on-line gruppi pro-mafia, pro-uccidere Berlusconi, ecc. Cancellando un account, cancellano centinaia di contatti, messaggi, foto, ricordi, commenti, gruppi, di tutto di una persona che non ha fatto del male a nessuno... con le scuse più assurde che invia una specie di robot anni '80 con risposte automatiche (quando va bene, sennò manco rispondono), con un atteggiamento hitleriano, "this decision is final", senza nessuna possibilità di dialogo o replica... E ti prendono pure per il culo dicendo "Thanks for your understanding"... No no, non understando proprio, sarò ignorante eh! Understando solo che non understandate proprio un cazzo. E' ora di finirla, c'è qualche persona umana dietro a Facebook??!!
articolo del mese scorso, contro Facebook:
COME SI VIVE BENE SENZA FACEBOOK
manifesto per i pochi che resistono
Tanto per capirci, un annetto fa a tener banco era «Second Life», il mondo virtuale dove condurre una seconda esistenza ovviamente virtuale anch'essa (l'alter ego era chiamato avatar). E in «Second Life» bisognava «entrarci», pena il passare da vecchio, provinciale e anche un po' fascista. Ci entrò, ad esempio,Massimo D'Alema anticipando le fregole internettiane di Walter Veltroni. Ci entrarono banchieri e intellettuali, giornalisti, attori, nani, ballerine e l'intero salottume radical chic. Insomma, ci entrò buona parte della società civile, e tutti a parlare del proprio avatar e degli avatar altrui, a magnificare la sublime esperienza di «Second Life» senza la quale la vita, quella reale, non era vita. Poi la sbronza passò, il popolo di «Second Life» si rese finalmente conto di quant'era fesso e anche mortalmente noioso giocare agli avatar e la piantò lì. Bene, ora tocca a «Facebook». E ci troviamo giusto nel momento in cui più alta è la febbre. Di D'Alema avete letto. Assicura che non ne può fare a meno, che «Facebook» è la soluzione a tutti i problemi: pace, fame nel mondo, giustizia sociale, effetto serra e vittoria alle elezioni (la leggenda metropolitan-veltroniana vuole che Obama abbia conquistato la Casa Bianca via internet. Balle. Caso mai a rastrellar soldi - 730 milioni di dollari - gli è servito Internet, perché non c'è mezzo o sistema che lo sappia fare così bene. Per dire, grazie ai facebooker, ai Veltroni, l'inventore di «Facebook», Marc Zuckerberg, tira su oltre un milioncino di dollari la settimana). Come non bastasse, ci si è messo anche quel sant'uomo del Cardinal Crescenzio Sepe: dichiarandosi entusiasta di «Facebook» e della sua capacità di «dare un messaggio di vicinanza», ma dimmi tu, ha dato alla faccenda quel tocco spirituale che mancava. Questo per volare alto. Per volare un po' più in basso, non c'è, fra la gente che conta, chi non ammetta orgogliosamente di appartenere alla vastissima tribù dei facebooker e dunque di stringere una via l'altra friendship fra gli appartenenti alla community. Idem fra la gente che non conta e che a smanettare «Facebook» ci passa le giornate, come ben sanno le amministrazioni pubbliche, le quali meditano di oscurarlo negli uffici perché gli impiegati ci s'incollano per ore, roba che Brunetta dovrebbe dare un'occhiata. Nell'insieme, si fa a gara per elogiare le sublimi virtù del social network, a gara per avere quanti più friends (Veltroni: mille e 327. Scarso. C'è chi ne ostenta 20mila), a gara per rivendicare una anzianità di facebooker. Insomma, non se ne può più. E monta tra le persone ammodo un sentimento di ribellione, la voglia di scendere in piazza, anche, per chiedere la testa di «Facebook». È evidente, chiaro come il sole, che quella dei facebooker è una mattana. Internet pullula di altri strumenti del genere, atti a «chattare», cioè a spettegolare. Senza dire che ogni italiano possiede in media un telefonino virgola otto con cui manda qualche migliaio di «messaggini» al mese. Se dunque si fosse fatto impellente il desiderio di dare un messaggio di vicinanza, per dirla col Cardinal Crescenzio o di stringere friendship, per dirla con Veltroni, non mancavano certo i mezzi per procedere. E invece sembrava che l'umanità fosse misantropa, ben decisa a non fraternizzare col prossimo fino a quando non è apparso, oh stupore, oh meraviglia, «Facebook». Ma si può? E passi se i facebooker - «dei guardoni impenitenti, narcisisti e che tendono a idealizzarsi, a mostrarsi per quello che non sono», secondo uno studio dell'Università della California - si dedicassero al loro onanistico trastullo nel riserbo e nella solitudine. No, devono accorarci raccontando le loro emozioni, i loro batticuori e turbamenti on line, guardandoci come si guarda un poveraccio, un mentecatto, se vengono a sapere - con raccapriccio - che magari non «siamo» in «Facebook». Bene, se ne facciano una ragione: la parte sana della nazione non ci sarà mai, facendosene, oltre tutto, un motivo d'orgoglio. Perché non ci son santi (e
mi scusi il Cardinal Crescenzio): si campa benissimo, anzi, meglio, anche senza essere facebooker. E il mondo va avanti, checché ne dica Veltroni (che poi ne azzeccasse mai una), anche senza quella bischerata di «Facebook».
Paolo Granzotto www.ilgiornale.it
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foto da www.ilgiornale.it
Leggete questo fantastico articolo di presa per il culo al presidente sinistro dell'Inter, ambientalista dei Verdi, il petroliere telecomunista, che ben esemplifica perchè io non tiferò mai per l'Inter. Andate allo stadio a vedere l'Inter, dategli i soldi, tanto se non ci andate lui poi dice come qualche mese fa "avete fatto bene"...non ha bisogno che andiate...
Ci mancava pure il «senso» di Moratti per la neve
di Federico Novella www.ilgiornale.it
M'immagino la faccia dell'impiegato di Quarto Oggiaro con le galosce ascellari, o il pensionato di piazzale Gobetti con la Micra che pattina sul marciapiede, nell'aprire il Corriere della Sera a pagina 5. Sotto un'intestazione degna di Harry Potter, Spalatori e magie, la mia Milano, Massimo Moratti ci fa capire che anche nel fango, nelle bestemmie dei pendolari, nei tram che deragliano, ci sta tanta poesia. Dice Moratti: «Ho viaggiato di prima mattina nella Milano coperta di neve, e sono rimasto folgorato dall'impagabile bellezza della città e del suo silenzio». Ma come, dirà a questo punto la vecchietta di viale Abruzzi in ipotermia, è di Milano che sta parlando? Ma che strada ha fatto, Moratti? Cosa c'ha, il tom tom di Biancaneve? No perché l'unica «folgorazione» che puoi prendere, qui, è il colpo di frusta quando scivoli sulla neve davanti casa. C'è la slavina sul ponte della Ghisolfa, e Moratti ti parla della «bellezza del silenzio».In piazzale Loreto le casalinghe fanno sci di fondo, e Moratti gongola sull'«idea di semplicità». Lo vada a dire a quelli che in via Molino delle Armi si sono messi in dodici a spingere la corriera, perché la loro «idea di semplicità» era ancora più luminosa: siamo «semplicemente» incazzati. Par di vederlo, il presidente, il loden infilato sopra il pigiamone a righe, mentre armato di fotocamera digitale si rivolge all'autista ancora insonnolito: «Dài Battista, c'è una bella arietta frizzantina, ciapa su l'ammiraglia che andiamo a farci un giro nella nostra bella Milàn, stamattina son rimasto folgorato!». Il risultato di questa gita antelucana sono quattro foto scattate dal lui medesimo, e pubblicate sul primo giornale nazionale. Le foto, capite? C'è gente che si alza alle sei, si scafandra in dodici strati di stoffa, nella vana speranza di arrivare in ufficio in tempo, anzi, di arrivarci e basta, e poi c'è il presidente dell'Inter che si alza alle sei per fare le foto. C'è la protezione civile, le vecchie che si attaccano ai muri per andare a comprare il pane, c'è lo Yeti in piazzale Corvetto, e lui fa le foto. A tutti, fa le foto: alle piazze, agli alberi, ai maghrebini, ai lampioni, ai paracarri, alle fantastiche «biciclette imbiancate» (mwahahahahaha - n.d.M.), fa le foto persino agli extracomunitari che spalano, simbolo di «partecipazione e di comunità». Ma quant'è artistica ’sta valanga, magari nevicasse sempre così, una benedizione dal cielo. Certo, poi quando sgasi sull'autoblù con nove ruote motrici, può anche essere che il traffico in tilt non lo senti. E che gli smadonnamenti contro la cognata sindachessa non superino il cristallo insonorizzato. Ma non mi puoi parlare di «magia» della neve: la tua Punto che scavalla la rampa del garage, questa è l'unica magia che sogna il milanese. Per cui, ha ragione Moratti quando dice «ma che bella la mia Milano»: la sua senz'altro, quella degli altri un po' meno. Dunque, la prossima nevicata, un consiglio per tutti: invece di invecchiare alla fermata della 94, citofonate Moratti. Magari uno strappo ve lo dà: del resto, c'è da restare «folgorati».
Moratti vai a spalare!!!
Con Alfonso Signorini....ehehehehe
Ho letto che il culatùn re del gossip Alfonso Signorini da giovane faceva lo spalatore di neve... Eh sì, e fu quella volta in cui si piegò un po' di più verso il basso ehehehehe che da dietro sopraggiunse...SOTOMAYOR !!! muahahahauahahaha
Il Branduardi della Pulce d'acqua direbbe:
"...troppo ti sei chinato".... mwhahahahauahahauahahahaha
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