Il ballo di Malabarba, Roma
Vi Veri Veniversum Vivus Vici
(con la forza della Verità in Vita ho conquistato l'universo)
“ Il ballo di Malabarba si prefigge il compito di imporre il buongusto…con incursioni di un’ora insegniamo che la poesia è nell’azione “
I sinistri anti-Berlusca avrebbero scritto "insegnamo" senza i... la mettono quando non si deve, come la loro fan page "quando morirà Berlusconi festeggierò sulla sua tomba"...con la i... GNURàNT
(tra l'altro nella lingua italiana il doppio futuro nella principale e nella subordinata è sbagliato, è come in spagnolo... La nostra prof di italiano urlava: LA CONSECUTIOOOOOO TEMPORUUUUUUM !!!)
L'immagine è presa dal film "V for vendetta", con Natalie Portman (nel film viene poi rasata a zero come un militare), nata il 9 giugno come me, Gemelli, a Gerusalemme. V come vendetta, velocità del futurismo, Vodafone :), Venezia (maschera veneziana), vittoria, V come il simbolo femminile del Codice da Vinci qui vicino a me nell'Ultima Cena (simbolo usato anche nei gradi militari), che si trova tra casa mia e la caserma dove ho fatto il militare. Il simbolo della V è come quello dell'uomo Vitruviano, di da Vinci, che era a Venezia e poi a Milano (fa rima :). La V, già nella mitologia greca, era la lettera rappresentante per eccellenza la femminilità, grazie al suo suono dolce ed acido contemporaneamente, rappresentava la sfaccettatura così varia di una donna, così come la doppiezza del mio segno dei Gemelli, il cui numero è il 5, cioè V nei numeri romani (il 5 noVembre del film). Sono romani i numeri dell'orologio del Big Ben di Londra (vedi il post anti-Capodanno, molto londinese e romano), luogo del più grande detective, Sherlock Holmes, cioè io :)), dove è ambientato V for Vendetta.
Tutto questo e molto altro che non posso dire.
Vi Veri Veniversum Vivus Vici
(con la forza della Verità in Vita ho conquistato l'universo)
“ Il ballo di Malabarba si prefigge il compito di imporre il buongusto…con incursioni di un’ora insegniamo che la poesia è nell’azione “
I sinistri anti-Berlusca avrebbero scritto "insegnamo" senza i... la mettono quando non si deve, come la loro fan page "quando morirà Berlusconi festeggierò sulla sua tomba"...con la i... GNURàNT
(tra l'altro nella lingua italiana il doppio futuro nella principale e nella subordinata è sbagliato, è come in spagnolo... La nostra prof di italiano urlava: LA CONSECUTIOOOOOO TEMPORUUUUUUM !!!)
L'immagine è presa dal film "V for vendetta", con Natalie Portman (nel film viene poi rasata a zero come un militare), nata il 9 giugno come me, Gemelli, a Gerusalemme. V come vendetta, velocità del futurismo, Vodafone :), Venezia (maschera veneziana), vittoria, V come il simbolo femminile del Codice da Vinci qui vicino a me nell'Ultima Cena (simbolo usato anche nei gradi militari), che si trova tra casa mia e la caserma dove ho fatto il militare. Il simbolo della V è come quello dell'uomo Vitruviano, di da Vinci, che era a Venezia e poi a Milano (fa rima :). La V, già nella mitologia greca, era la lettera rappresentante per eccellenza la femminilità, grazie al suo suono dolce ed acido contemporaneamente, rappresentava la sfaccettatura così varia di una donna, così come la doppiezza del mio segno dei Gemelli, il cui numero è il 5, cioè V nei numeri romani (il 5 noVembre del film). Sono romani i numeri dell'orologio del Big Ben di Londra (vedi il post anti-Capodanno, molto londinese e romano), luogo del più grande detective, Sherlock Holmes, cioè io :)), dove è ambientato V for Vendetta.
Tutto questo e molto altro che non posso dire.
Natalie Portman shaved as a soldier :)
in a vision of the future...
La frase detta dal protagonista V, "E' il principio fondamentale dell'universo: a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria" (miiii che reazionario...), è molto simile ad un'altra pronunciata dal Merovingio in Matrix Reloaded, diretto dai fratelli Wachowski, produttori del film V for Vendetta ("an uncompromising vision of the future from the creators of the Matrix triology"). Il concetto si riferisce al III principio della dinamica di Newton, chiamato "Principio di azione e reazione".
Le frasi prese da Shakespeare: "Nascondi ciò che sono e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni" (pronunciata da Viola nella Dodicesima notte) e "Io faccio tutto ciò che è degno di un uomo, chi osa di più non lo è" (dal Macbeth).
23/1/09 - Le pagine culturali de Il Giornale di Silvio di oggi erano spettacolari... di arte. Un articolo su Marinetti versione erotica, "Ecco le istruzioni per fare i futuristi anche a letto", la cui vita sentimentale era stata molto movimentata (questa mi sembra di averla già sentita eh...), e anche un articolo sul Canova (non il prof dello Iulm...).
E questo stupendo articoletto, degno di entrare nel mio libro anti-francia, con dei punti stupendi:
UN'ALTRA MOSTRA SUGLI IMPRESSIONISTI FRANCESI? NO, GRAZIE
Non se ne può più. E' vero che fare una mostra sugli impressionisti francesi è sempre un toccasana per le casse dei musei. Però il troppo è troppo. E per due motivi fondamentali: uno critico e l'altro di correttezza. Veniamo al primo. La carattteristica basilare di gran parte di queste mostre che ormai da anni sono snocciolate sul territorio nazionale è l'assoluta acriticità, cioè l'appiattimento critico su modelli in gran parte imposti. Ciò vuol dire che gli "indiscussi" valori degli impressionisti dovrebbero essere "ridiscussi", in quanto si tratta di posizioni critiche affermatesi quando Parigi era il centro mondiale dell'arte. Ma ne è passata di acqua sotto i ponti. E i nostri macchiaioli e i divisionisti nulla hanno di meno di tanti impressionisti, invece ben più osannati (e valutati). E veniamo al secondo punto. Spesso le mostre sugli impressionisti non mantengono quanto promesso. Esempio: "Van Gogh ed i suoi amici". Traduzione: 5-6 dipinti di Van Gogh ed oltre 60 degli amici! Significa prendere in giro il pubblico che sta in fila per ore perchè gli hanno insegnato che gli impressionisti "sono i migliori". Ma chi l'ha detto? I francesi. Ah, bè. Forse sono gli stessi francesi che stanno cercando di annacquare il futurismo, facendolo passare per un'appendice del cubismo... Paradossalmente, spesso queste mostre hanno messo in luce la scarsa qualità di opere e artisti esposti...
E questo stupendo articoletto, degno di entrare nel mio libro anti-francia, con dei punti stupendi:
UN'ALTRA MOSTRA SUGLI IMPRESSIONISTI FRANCESI? NO, GRAZIE
Non se ne può più. E' vero che fare una mostra sugli impressionisti francesi è sempre un toccasana per le casse dei musei. Però il troppo è troppo. E per due motivi fondamentali: uno critico e l'altro di correttezza. Veniamo al primo. La carattteristica basilare di gran parte di queste mostre che ormai da anni sono snocciolate sul territorio nazionale è l'assoluta acriticità, cioè l'appiattimento critico su modelli in gran parte imposti. Ciò vuol dire che gli "indiscussi" valori degli impressionisti dovrebbero essere "ridiscussi", in quanto si tratta di posizioni critiche affermatesi quando Parigi era il centro mondiale dell'arte. Ma ne è passata di acqua sotto i ponti. E i nostri macchiaioli e i divisionisti nulla hanno di meno di tanti impressionisti, invece ben più osannati (e valutati). E veniamo al secondo punto. Spesso le mostre sugli impressionisti non mantengono quanto promesso. Esempio: "Van Gogh ed i suoi amici". Traduzione: 5-6 dipinti di Van Gogh ed oltre 60 degli amici! Significa prendere in giro il pubblico che sta in fila per ore perchè gli hanno insegnato che gli impressionisti "sono i migliori". Ma chi l'ha detto? I francesi. Ah, bè. Forse sono gli stessi francesi che stanno cercando di annacquare il futurismo, facendolo passare per un'appendice del cubismo... Paradossalmente, spesso queste mostre hanno messo in luce la scarsa qualità di opere e artisti esposti...