2006, le ultime parole famose: "...Quello che è certo, io penso che Romano sia la persona giusta per farlo, questo paese ha bisogno di guardare un po' più al futuro...questo è un paese stanco" (sì, di quelli come te!). Notare anche il suo solito modo commovente-patetico di dire le cose... Grande anche il pezzo quando Fazio dice "Lei c'è sempre però. Questa è la costante". E VW (VolksWagen?) Veltroni: "E' la sicurezza che non ci sarò. Il fatto di esserci sempre è la garanzia che io non ci sarò". Chiamate la neuro deliri. Provate a notare nei loro discorsi, i paroloni, i giri di parole che con cui si riempiono la bocca i sinistri come lui (ieri ne ha detta una che sono rimasto allibito, talmente complicata "ma anche" insignificante che me la sono già dimenticata), tutte le espressioni che provengono dal linguaggio del '68, per esprimere il NULLA... Come in questo video: parole al vento, parole scritte sull'acqua come ci hanno insegnato le scuole sinistre italiane, voleva lasciare "ma anche" no... A meno che non creda a tal punto alla sua avventura che, sconfitto alle urne, non cambi mestiere.
Si può credere a Babbo Natale, alla Befana, ai sette nani di Biancaneve; si può credere che gli asini volino e che gli elefanti un tempo fossero anoressici; si può credere ai dischi volanti, alle canzoni di Minghi, alla rimonta della Roma sull'Inter, alla fata turchina e a maga magò. A tutto si può credere, con un po' di buona ingenuità. Ma credere a questo Veltroni è un'impresa che riuscirebbe persino difficile al vincitore del Boccalone d'Oro.Quello che vi proponiamo qui sopra è il dialogo tra Walter e Fabio Fazio, risalente al 2006. E non vi sarà difficile capire che d'ora in avanti chiunque di voi potrà affibbiare al candidato del Pd l'epiteto di «furbacchione»: è lui stesso che ci autorizza a farlo. Diceva che dopo l'esperienza di sindaco di Roma si sarebbe ritirato dalla vita politica: «Vedremo se sarà vero o no», diceva. Infatti, lo stiamo vedendo.La trasmissione in cui era ospite si chiamava «Che tempo che fa». Piuttosto brutto, direi. C'è un po' di nebbia. Bisogna accendere i fari. Dunque, riassumiamo: Veltroni annuncia che correrà da solo, poi imbarca Di Pietro e radicali; mette fuori squadra gli anziani e poi inserisce l'ottantenne Veronesi; dice che Mediaset è una risorsa, poi si attrezza per portarle via una rete; dice che il governo Prodi va difeso, poi si impegna per farlo dimenticare; si proclama paladino dei cattolici e poi fa di tutto per umiliarli; giura che vuole il rinnovamento e poi candida l'esercito di parentopoli. Credergli è così difficile che persino sull'Unità, il giornale a lui più vicino, è uscita una vignetta che prende in giro il suo slogan elettorale. Veltroni dice: «Non pensate a quale partito, pensate a quale Paese». E un italiano con le valigie in mano commenta: «Infatti: ho già fatto il biglietto». Ma a noi resta un dubbio: quello che doveva andarsene non era lui? Ma sicuro: l'Africa, il Terzo Mondo, i bambini che muoiono di fame (andando poi in vacanza alle Maldive! - n.d.P.G.). Perché «non bisogna fare politica a vita, bisogna continuare a fare le cose nelle quali si crede». Il suo amico, il cantante De Gregori, gli dedicò anche una canzone per invitarlo ad andarsene: «Pezzi di emozione che non si interrompe... gira i tacchi e vai in Africa, Celestino». E invece Celestino Veltroni è ancora qui. Nel Terzo Mondo ci ha mandato Fassino. Lui, invece, si è candidato. Siccome la sua esperienza politica era conclusa, come disse due anni fa, ora vuole diventare presidente del Consiglio. Ha pure presentato un programma, e dice che bisogna aver fiducia, perché lui fa sempre quello che dice. Eccome no: chi è che non ci crede? Noi infatti gli crediamo tanto, noi crediamo a tutto. A proposito: sapete dirci quando arriva Babbo Natale?
Mario Giordano www.ilgiornale.it
Mi chiedo se Veltroni che continua a parlare di lavoro "meraviglioso" fatto da Prodi (MA ANCHE di grave crisi...deciditi!!!), abbia mai fatto un giro al supermercato, e si sia accorto dei disastri sociali ed economici di Mister Euro Mortadella.
"Noi vogliamo portare il paese fuori dai guai"
Si deve decidere...non può prima dire che "Prodi è stato un ottimo premier", "capolavoro del governo Prodi", e poi dire che (ma anche) c'è "grande crisi" (e poi ancora "l'Italia non deve rialzarsi, tanto per fare il bastian contrario di Berlusconi e di sè stesso), perchè o è una cosa o l'altra, imbecille! Veltroni ha cannato alla grande: per sua stessa ammissione, la non riuscita del "meraviglioso" "governo" Prodi (ma allora era meraviglioso o fallimentare?) sta nel fatto che litigavano tra di loro, e adesso il Veltroni cosa ti combina? Mette insieme radicali e cattolici... Tipico sinistro: darsi la zappa sui piedi da soli. Il tutto per guadagnare "qualche voto in più" (sì, lo zero virgola..) quando poi perde PUNTI percentuali, perchè la gente non capisce il suo messaggio politico incomprensibile, oltre a perdere la fiducia dei cattolici.
"La politica non può dare soluzioni ai problemi senza farsi guidare da un sistema di valori"
ma anche
"I temi etici devono rimanere fuori dal dibattito politico elettorale"
(chi può averlo detto se non Walter Waterloo Veltroni)
"Perchè quando nel 2001 Pannella si candidò col centrodestra, non ci fu tutto questo can-can?"
(Veltroni della sinistra can-can..."yes we can"... yes, you can-can!)
Te capì, il furbacchione...gioca sulla scarsa memoria... peccato che nel 2001 Pannella NON si è candidato col centrodestra...
"Noi continueremo col nostro tono pacato".
Attento, non con la P, ma con la B, bacato! Sì sì, continuate col vostro tono patetico, commovente, con la lacrimuccia...ridicoli. Non vanno d'accordo neanche tra di loro, nè con la Sinistra l'Arcobaleno (mwahahahahaha scusate, pensavo a "tutti i colori") e neanche all'interno del PD, cattolici con radicali, allucinante...
Alfonso Pecoraio Scanio:
"No al nucleare, il futuro è il solare".
mwahahahahahaha sì, il sola che ride... cosa fa, vuol giocare con gli specchietti riflessi e fornire così tutta l'energia necessaria...completamente imbecille, e non si scopre oggi... (a proposito: è stato dimostrato che la sua energia eolica causa inquinamento...) ...parla proprio lui che il suo partito col "sole che ride" dei Verdi NON ESISTE PIU'...risucchiato... Intanto gli altri Paesi vanno avanti, e persino Londra, con sindaco comunista Ken il Rosso, e governo di sinistra, si sono forniti di altre 14 centrali nucleari... Troppi vantaggi: risparmio, indipendenza, affidabilità...
Stavo leggendo quello che ha scritto il PD sulla Rai:
"Subito, nuove regole per Il Governo della Rai: una Fondazione e un'Amministratore unico".
Sì, "ma anche" un prof di italiano, visto che un Amministratore si scrive senza apostrofo.
VELTRONI COME LA BERTE'
Ma chi è che sta guardando il Festival di Sanremo Sinistro sulla Rai Sinistra? Io manco di striscio...non ho neanche più il canale... sta facendo un flop pazzesco, così come hanno fatto i programmi sull'assegnazione degli Oscar degli attoroni sinistri impegnati...La Bertè la pazza cocainomane sinistra anti-Bush anti-Berlusconi con manie suicide, la Signora ha copiato non solo da sè stessa ma anche dagli Ac-Dc... squalificata come Veltroni che ha copiato da Silvio... Questa gente copiona ha come idoli cinesi e napoletani, maestri del tarocco.
Qualche citazione di persone dirette, ovviamente di destra:
"In Rai puoi lavorare solo se sei di sinistra o se ti prostituisci".
(Silvio Berlusconi)
Ovviamente poi dei lavoratori della Rai hanno protestato chiedendo 50mila euro a testa di risarcimento da Silvio, tanto per spillare i soldi...la verità offende... (e poi il ladro è lui eh...). Avete visto che ci fanno pagare il canone (seguendo la legge fascista del 1938) anche per solo possesso di videocitofono?! Manca solo il forno a microonde... Dall'anno scorso ho il videocitofono ma mi chiedo come possa essere abilitato a ricevere i programmi tv... allora ci siamo messi a prendere per i fondelli la Rai e quando usiamo il videocitofono facciamo finta di essere a Mai dire gol, facendo le comiche a video, in bianco e nero come era con la Gialappa's.
"Inseguirò Bin Laden fino alla porta dell'inferno e gli scaricherò addosso tutte le vostre armi".
(John McCain candidato repubblicano, in una fabbrica di armi. Tra i due litiganti - Osama-Obama nero ex musulmano & Hilary esaurita, il terzo godrà...)
"Auguro a Fidel Castro di di incontrare presto Karl Marx".
(John McCain)
Notare che a Cuba la dittatura comunista è addirittura dinastica...Castro lascia a un altro Castro, giovincello di 76 anni... (come i nostri sinistri tipo Veltroni che si definiscono "nuovo che avanza", candidano gente tipo l'ottuagenario Veronesi - naturalmente dicendo prima che "corro da solo", "ma anche" con Di Pietro e radicali pro droghe libere, eutanasia, matrimoni gay e ciofeche simili, messi insieme ai cattolici, usati...conciliatori degli inconciliabili...solite utopie sinistre... - e gente che politicamente comunque è giurassica, anche quelli più "giovani" tipo Cicciobello Rutelli - usano sempre la stessa tecnica per coprire i disastri di Mortadella, lui è il "nuovo Clinton italiano" o Veltroni il "nuovo Obama italiano", quando in realtà non hanno nè la stessa storia personale nè capacità degli americani). Persino D'Alema, l'intelligentone che in giovinezza tirava bombe contro lo Stato, si è augurato che con la caduta di Castro vengano rilasciati i prigionieri politici accusati di "gravissimi" reati d'opinione...come in Cina... Ovvero: D'Alema & amici sinistri sapevano ma tacevano... (tanti tacciono ancora).
ILLUSIONI O CONCRETEZZA - McCAIN BUTTA GIU' I MURI
Faccenda molto interessante: in America e qui da noi stanno misurandosi, per la prima volta in modo diretto, diciamo a tu per tu, due dialettiche politiche. Ben rappresentate dalle parole d'ordine di Barack Obama e John McCain, il «we can» del primo e il «we will» del secondo: il «noi possiamo» contrapposto al «noi faremo». Walter Veltroni è ovviamente un dichiarato «wecanista» e tutta la sua campagna elettorale è accordata su quella nota. Ovvero sul linguaggio evocativo, un po' melenso e se non proprio messianico (qual è invece quello di Obama), orientato a promuovere l'intensa aspettazione di un importante cambiamento politico e sociale. Per cui, grande ricorso alle immagini, all'allusione, ai temi morali, agli ideali, ai sogni (I have a dream!), alla partecipazione e al coinvolgimento (I care!), al confronto e al dialogo, alla armonia, alla disponibilità e alla tolleranza. Parole cadenzate in lirica e dunque di facile presa, con effetti oppiacei e sopra tutto ovvie, cioè che si presentano subito alla mente. I «wewillisti» sono ovviamente di tutt'altra pasta. Meno sognatori (e cioè con i piedi ben piantati in terra), poco propensi a contrabbandare illusioni (che pure sono, le illusioni, l'articolo più facile da smerciare e da contrabbandare), hanno un linguaggio più concreto, più riferito alle cose e ai fatti, in minor grado lusinghiero ma capace d'essere persuasivo sempre che l'interlocutore non si culli in fantasie vittoriane, alla sorelle Brontë. C'è un episodio, storico, che illustra molto bene la differenza fra «wecanisti» e «wewellisti». Il 26 giugno del 1963 John Kennedy - forse il più noto, amato ed imitato «wecanista» - concluse il discorso che stava tenendo nel quartiere berlinese di Schöneberg con queste parole: «Tutti gli uomini liberi, dovunque essi vivano, sono cittadini di Berlino, e quindi, come uomo libero, sono orgoglioso delle parole Ich bin ein Berliner!». Quell'«io sono berlinese» divenne, come sappiamo bene, una icona, l'equivalente verbale del Guernica di Picasso o del poster di Che Guevara. Bene, ventiquattro anni dopo a Berlino sostò anche Ronald Reagan (un wewellista illustre) e anch'egli vi tenne un discorso. Che si concluse così: «Mister Gorbachev, tear down this wall!», signor Gorbaciov, butti giù questo muro! Altra musica: con le sue parole, molto belle, certo, Kennedy non era andato più in là dell'allusione, della classica antifona. Reagan, al contrario, indica il muro col dito, prende di petto il responsabile di quel muro. Non manda a dire al Cremlino: «Io voglio bene ai berlinesi». Dice al Cremlino: «Buttate giù quel muro». Ich bin ein reaganiner.
Paolo Granzotto
FALCE E MARTELLO: NOSTALGIA CHE DIMENTICA MILIONI DI MORTI
Leggo che "Il Manifesto" ha lanciato (sì, lanciatela, dalla finestra) una campagna per salvare il simbolo comunista (20 anni dopo la caduta del muro di Berlino..), che non ci sarà più neanche nei simboli dei partiti italiani (noi arriviamo sempre dopo...da bravi ritardati mentali...). I firmatari sono arrivati a duecento persone, gente tipo la Hack (la vecchia befana che ha sempre avuto la testa tra le stelle..), poi altri che di PROFESSIONE fanno: le femministe, la presidente nazionale del Movimento Identità Transessuale, uno che si qualifica "curva sud Cosenza calcio" (chi è che non sogna di fare questi lavori?), uno che fa "il partigiano", gran bel mestiere, e una radio che dice "il simbolo comunista ha un valore romantico: mi ricorda la mia infanzia, come l'ippopotamo dei pannolini" (ah quel simpatico animaletto ammazzava anche lui decine di milioni di persone?). Gente tosta eh, che non intende "abbandonare il progetto strategico di cambiare il mondo", dicono no alla cancellazione del simbolo perchè è un no "denso di futuro", "la falce e martello hanno sempre evocato un mondo nuovo, senza guerre e senza oppressioni. Il martello richiama la condizione operaia, la falce ricorda la schiavitù dei contadini, sono stati e rimangono i simboli universali del lavoro (di quei lavori sopra che fate voi?!), in essi si addensano i valori della libertà, dell'emancipazione, dei diritti, della dignità di tutti gli sfruttati" (per esempio gli sfruttati nella dittatura comunista nella Cina attuale che continua a fare migliaia di morti?). Un capolavoro. E com'è che se rappresenterebbe tutto questo "ben di Dio" che dicono questi atei, non esiste più? E' solo un piccolo particolare eh che il comunismo ha fatto un numero di morti enormemente maggiore del nazifascismo... E com'è che solo di contadini, il comunismo ne ha fatti fuori a milioni? E dice niente la parola "gulag"? Piatto tipico ungherese? Questi dovrebbero fare un giro nei paesi dell'Est e in Asia e non solo, in tutto il mondo, dove si può toccare con mano l'impegno del comunismo per affermare "i valori della libertà, dell'emancipazione, dei diritti, della dignità di tutti gli sfruttati"... Beati i comunisti che dicono di essere "dalla parte giusta della storia"...
L'Unità celebrava la morte di Stalin: "gloria eterna all'uomo che più di tutti ha fatto per la liberazione e il progresso dell'umanità". Completamente ubriachi e pippati.